VISITA

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Carlo Piaggia

esploratore capannorese

CARLO PIAGGIA; un libero esploratore capannorese nato nel 1827 a Badia Di Cantignano nel Comune di Capannori che decise di viaggiare in Africa alla scoperta di nuovi orizzonti e paesaggi.

Rappresentazione dell’organizzazione e dell’allestimento interno di una capanna della tribù dei Gnam Gnam del Sud Sudan con al centro un focolaio ed accessori, utensili e atri oggetti appartenenti alla vita quotidiana.

Il primo viaggio
Corso superiore del Nilo Bianco tra Khartoum e Juba.
Carlo Piaggia parte il 1 Maggio 1851 da Livorno, si imbarca per Khartoum e risale il Nilo fino a Rejaf (vicino a Gondokoro);
riparte poi per l'Italia il 10 Febbraio 1859 arrivando a Livorno il 19 per raggiungere il giorno dopo la casa di Badia Di Cantignano.
Il secondo viaggio
Da Bar-el -Ghazal agli Azande.
Lascia l'Italia per Alessandria; si dirige poi a Khatoum. Risale il Nilo Bianco ed il fiume delle Gazzelle ( Bhar-el-Ghazal) fino al territorio dell'affluente Guir. Riparte per la regione del Sennar.
A metà Novembre 1863 raggiunge il villaggio del principe Zande Tombu al confine tra il Sudan e Congo. Nel Maggio 1865 rientra seguendo il corso del Tony (Ibba).
Il terzo viaggio
Eritrea e Abissinia.
Partì per Alessandria d'Egitto e da lì per Massana. Nel mese di Agosto 1873 giunge al Nilo Azzurro attraversando successivamente Adua e Axum. Il 24 Novembre dello stesso anno arriva a Corada. Dopo un anno e mezzo inizia a visitare qualche isola. Il 29 Marzo 1875 ritorna a Khartum.
L’8 Novembre 1876 relaziona con la Società Khediviale del Cairo e nella primavera del 1877 rientra in Italia.
Il quarto viaggio
Il corso del Nilo Azzuro fino a Karkoj
Carlo Piaggia torna a Khartum nel 1878; parte da lì per raggiungere Famaka. Nel Febbraio 1880 riparte da Khartum, risalendo il Nilo Bianco per arrivare in Etiopia dove si trattiene fino a Dicembre dello stesso anno.
Il 24 dicembre riparte verso Karkoj, dove consumato dalla malattia, muore il 17 Gennaio 1882.
A
A
A
A
1 Maggio 1851
22 Gennaio 1860
Gennaio 1871
1878

Etiopia, sulle orme di Carlo Piaggia

Fotografie di Marco Puccinelli

Le foto sono state realizzate nel 2015 nel corso di un viaggio nel Nord dell’Etiopia e sono state esposte in occasione della mostra “Etiopia: sulle orme di Carlo Piaggia” tenutasi al Museo Athena nel novembre 2017 ed organizzata dalla Sezione Auser Sesto dell’Istitututo Storico Lucchese.

Lago Tana, Penisola di Zege - Monastero e Chiesa di Betir Maryan

Nel corso del terzo viaggio in Africa (1871 – 1877), Carlo Piaggia, dopo aver trascorso diversi mesi a Massaua e nella regione circostante, decise di intraprendere, nel mese di agosto 1873, una spedizione in Abissinia insieme al console francese di Massaua, de Sarzac, con lo scopo di conoscere Re Joannes.
Dopo varie peripezie ed essersi liberato della compagnia del Console, riuscì a visitare la regione del Tigray, raggiunse nel settembre 1874 la città di Adua (che sarebbe poi passata alla storia per la sconfitta italiana), e in novembre entrò nella regione Amhara. Nel dicembre 1874 si stabilì, su concessione del Re, a Corada un villaggio nei pressi del Lago Tana da cui nasce il Nilo Azzurro.

Carlo Piaggia trascorse quasi un anno nella regione che esplorò a fondo. Come risultato di queste esplorazioni abbiamo nelle sue Memorie, osservazioni di carattere geografico, paesaggistico, antropologico, religioso, botanico ed etnografico che dimostrano la sua incredibile curiosità per quei territori e quelle popolazioni.

Infine dopo aver progettato una speculazione comprando seimila piante di caffè da portare fuori dall’Etiopia, Piaggia decise di lasciare il paese e, dopo aver un’ultima volta attraversato il lago su un barca di papiro, prese la strada carovaniera che portava in Sudan e il 29 marzo 1875 raggiunse la capitale Knartum.


Continuò però le sue esplorazioni nel territorio sudanese andando alla ricerca delle sorgenti del Nilo bianco e individuando un nuovo lago che denominò “Capechi”.

Carlo Piaggia riuscì a rientrare in Patria solamente nel 1877 dopo aver avuto l’onore di tenere un discorso sulle sue esplorazioni e scoperte di fronte ai membri della Società Geografica Khedivale del Cairo.

Le citazioni sono tratte da: “Le Memorie di Carlo Piaggia” Nuovi contributi alla conoscenza dell’esploratore di Badia di Cantignano, a cura di Antonio Romiti. Sta in Studi Capannoresi Il 1998.

Lago Tana, Imbarcadero della penisola di Zege
Lago Tana, imbarcazioni di papiro costruite secondo il sistema tradizionale
“I lago Tzana e situato ‘al 11 nord circa’ in d’un punto quasi centrale del paese della Abissinia e il Goggian. Il suolo di questi dintorni e ricco di prodotti di ogni spece più che l’Europa, e il clima è una primavera perpetua, acque in ogni parte, con cascate da fare qualsiasi edifizi. Il suolo dei monti è fertile ha erbacee e machioni impenetrabili coperti da foreste d’ogni sorta di alberi. L’aria è mite e sana per tutto l’anno, sichè i popoli non vanno soggetti alle febbri annuali in genere in tutte l’altre parte dell’Africa Tropicale e Equatoriale. […]”
Lago Tana, Penisola di Zege, Monastero e Chiesa di Batir Maryan
Lago Tana, Penisola di Zege, Monastero e Chiesa di Azwa Maryan

[…]Il popolo sede in terra torno torno alle mura, le donne ad una parte gl’uomini d’atra e secondo la preghiera che intona il prete tutti insieme cantano. Le funzion sono più assistite dalle donne che dal gl’uomini, però ragazi e ragaze in quantità.”

Lago Tana. Penisola di Zege, Monastero e Chiesa di Marya Azwa
Bahir Dar. Alcune ragazze, terminata la funzione in Chiesa, stanno ritornando a casa lungo la strada che porta verso la cascate del Nilo Azzurro.
Bahir Dar - Tis Issat . Cascate del Nilo Azzurro
Bahir Dar - Ponte portoghese costruito nel XVII sec.
La fertile pianura, a levante del Lago Tana, attraversata dalla strada che porta a Gondar
Gondar, il palazzo di Fasiladas
Gondar - Chiesa di Debre Berham Selassie
Gondar - Chiesa di Debre Berham Selassie

“Ha sei ore di Adua verso sud si trova il gran villaggio detto d’Assùs* questo punto e pure basso di posizione e il suolo accenna congiunzioni (sic) vulcaniche, ove si veda l’antico tempio visitato dai Romani in secoli decorsi che lasciano ancora traccie di remote costruzioni e gl’indigeni traggono tuttora monete in rame di vecchie date dietro scavazioni di suolo.”

*Carlo Piaggia si riferisce alla città di Aksum o Axsum.

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